venerdì 4 settembre 2015

Alcuni riflessi di Venezia a Varsavia tra 1500 e 1800.


Non ci meravigliamo se alcuni testi ci raccontano che nel 1572 dei mercanti veneziani sono attivi a Varsavia, e che in città già nel 1548, su progetto di Giovanni Battista il Veneziano (o Giambattista da Venezia) si costruisce il famoso Barbacane, un colossale bastione fortificato. Se continuiamo a cercare nella storia però possiamo ben stupirci se scopriamo che nella fiorente Varsavia, capitale del Regno di Polonia dal 1596 per volere di re Sigismondo III Wasa, molti veneziani e in particolare gli artisti trovano una seconda patria. Tra il 1550 e il 1655 almeno 200 italiani si recano a Varsavia e vi prendono cittadinanza.

Nel 1569 si reca e si ferma in Polonia l’architetto Bernardo Morando, veneto, chiamato dai polacchi “il padovano” o anche “il veneziano”, che lavora al castello di Varsavia e in città, e prima del 1608 giunge pure Andrea Dell’Aqua, veneziano che costruisce molti edifici civili e militari, portando pure a compimento delle opere iniziate da Morando.

Re Sigismondo III di Polonia commissiona per la cattedrale di san Giovanni di Varsavia due pale, purtroppo andate perdute, al nostro grande Palma il Giovane.

Apprezzatissimo in città il vetro di Murano importato in particolare per le finestre. I vetrai di Varsavia arrivarono a prevedere nel loro statuto un corso di vetro veneziano.

A Varsavia perfino una splendida Villa del 1693 viene chiamata Murano e dà il nome a tutto un quartiere, Muranòw, è la villa del grande e influente architetto ticinese Giuseppe Simone Bellotti che si è formato in Veneto, e che progetta pure il corpo principale della chiesa di S. Croce a Varsavia. La villa e il quartiere sono stati interamente ricostruiti dopo la distruzione avvenuta con la seconda guerra mondiale.

Per un anno tra il 1765 e il 1766 soggiorna a Varsavia , di ritorno da un viaggio a Pietroburgo, anche Giacomo Casanova.  Egli ha una lettera di raccomandazione da presentare al principe Adamo Czartoryski, e questo la sera stessa lo trattiene a cena con i notabili della città e il Re stesso che lo fa sedere alla sua destra e con cui parla in continuazione, tanto da non fargli mangiare quasi nulla. Casanova si mette al servizio del re sperando di diventarne il segretario. Tutto va per il meglio quando accade che a causa di una faccenda di gelosia causata da storielle con ballerine, in cui il Casanova stranamente non era neppure coinvolto direttamente, egli si trova a dover affrontare in duello il gran Ciambellano della Corona, Saverio Branicki.

Questo fatto sembra non avere grande importanza, visto che anche il Re sembra ignorarlo e che i molti nemici di Branicki sostengono il Casanova, ma accade che dopo un breve viaggio Casanova al ritorno trovi tutte le porte chiuse e gli vien fatto capire che è meglio per lui andarsene. Di questa sua pemanenza a Varsavia ci rimane però un trattato storico “Istoria delle turbolenze in Polonia…” che è la sua più importante opera storica e in cui sostiene a ragione che la Polonia dovrà temere la Russia. 

Bernardo Bellotto detto Canaletto nel 1767 lascia Dresda in compagnia del figlio diretto a Pietroburgo, sperando di ottenere un posto presso la corte imperiale e fa sosta a Varsavia cercando di ottenere una lettera di raccomandazione del re Stanislao Augusto Poniatowski. Il re invece gli offre uno stipendio di ben 100 ducati al mese e la nomina a pittore di corte. L’artista quindi si ferma, si fa raggiungere dalla famiglia e non andrà più via.  Il Bellotto lavora per circa quattordici anni , ovvero fino alla morte, esclusivamente per il re polacco contribuendo con opere di altissimo livello, forse le migliori della sua produzione, alla straordinaria fioritura culturale e artistica della città. Al castello di Varsavia si trova la sala del Canaletto decorata con le sue tele.

Nel 1790 giunge a Varsavia l’ambasciatore veneto Zampiero Grimani che si sta recando alla sua nuova sede di Pietroburgo. Il Grimani ci lascia una descrizione dettagliata e vera di questo Re cortese, colto, saggio che tanto ama i veneziani.

Purtroppo sia la Repubblica di Venezia che il Regno di Polonia sono al tramonto.

Il Re Stanislao Augusto attorniato da tanti veneziani sembra aver imparato bene la nostra lingua visto che il 24 ottobre 1784 scrive al fidato Bacciarelli:

“Addio Marcello, lo fazo curto oggi perché son stracco come un can ! ”.



Bibliografia e link:
Catalogo della mostra Varsavia 1764-1830-Arsenale Editrice 1985 capitolo"Veneziani e venezianofili a Varsavia tra sette e ottocento"di Alberto Rizzi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Barbacane_di_Varsavia
http://www.treccani.it/enciclopedia/bernardo-morando_(Dizionario-Biografico)/
https://pl.wikipedia.org/wiki/Andrzej_dell%27Aqua
https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_arcicattedrale_di_San_Giovanni_Battista
http://www.varsavia.info/quartiere-ebraico/
https://books.google.it/books/about/Istoria_delle_turbolenze_della_Polonia_d.html?id=t3lUAAAAcAAJ&redir_esc=y
https://it.wikipedia.org/wiki/Bernardo_Bellotto
https://it.wikipedia.org/wiki/Stanislao_II_di_Polonia